martedì 28 febbraio 2012

Ah, l'America.... - Come ti riqualifico l'Empire State Building


Empire State Building, credo, il più noto grattacielo al mondo, per me, quello che ha più fascino.

Entri dalla Fifth Avenue e sei circondato dalla molteplicità dei marmi, accedi verso i luoghi destinati ai comuni mortali paganti, prendi uno degli ascensori più veloci al mondo, dove i piani scorrono al ritmo di dieci alla volta ed, arrivato all'ottantesimo, trovi una scritta:


Completion by May 1, 1931


E allora scopri che lo hanno costruito (102 piani sino all'ultimo osservatorio) in 13 mesi.


Tredici mesi, nel 1931, per una costruzione alta quasi quattrocento metri.

Poi vedi affissa una serie di documenti redatti nel periodo in cui chi faceva programmazione e contabilità dei lavori lo faceva senza ausili elettronici e allora dici, ma guarda cos'hanno combinato nel passato.
Ma continui e scopri e ti meravigli - anche perché non puoi non vedere che c'è una mostra in bella vista, comprensibile anche a chi non parli l'inglese e non sia un addetto ai lavori - ché oggi è in corso il più ambizioso progetto al mondo di riqualificazione energetica (retrofitting). 
Per esso ci vorranno circa quattro anni (solo) dall'ideazione all'esecuzione - già iniziati nel 2008 - cui seguiranno oltre dieci anni di misure e verifiche. 
Il progetto prevede la riduzione dei carichi con l'efficientamento di 6.500 finestre, il controllo della luce naturale e di quella artificiale, l'installazione di 6.500 barriere riflettenti all'infrarosso dietro i corpi scaldanti. 
Prevede poi la garanzia dell'uso efficiente dei rimanenti carichi termici: sostituzione delle unità di ventilazione e dei relativi controlli, riducendone il numero; intervento sui motori dei refrigeratori elettrici.
E, inoltre, l'implementazione di un completo controllo degli usi energetici: ogni inquilino potrà controllare i propri consumi e confrontarli con i dati di riferimento degli altri inquilini (benchmarking); gestione dell'aria di rinnovo in virtù dell'effettiva concentrazione di CO2; sostituzione del sistema di controllo e comando degli impianti.


Tutto questo, nelle previsioni, ridurrà l'uso di energia di oltre il 38%, i costi energetici di 4,4milioni di dollari annui e le emissioni di oltre 105.000ton nei prossimi 15 anni.

E pensi, allora si può! Andiamo avanti, anche qui, proseguiamo......


 (photos by me)
Ah, dimenticavo, c'è anche un bellissimo sito internet:






martedì 7 febbraio 2012

Raccontaci la tua esperienza in classe "A"

7 febbraio 2012. Freddo! 
L'inverno più freddo da oltre 50 anni, dicono.
Notizia di questi giorni: la Russia non ci dà più il gas che ci dava finché non ci serviva.
Cioè, fin quando non serviva a loro, ce lo dava; adesso che serve ad entrambi, se lo tengono!
Il Ministro dice: "Nessun problema, lo abbiamo preso altrove ed abbiamo riattivato le centrali ad olio".
Nel frattempo il rigassificatore di Rovigo, gioiello dell'efficienza italica, visto che a terra impattava troppo, lo abbiamo costruito a mare. Anche lui funziona benissimo tutto l'anno. Adesso che fa freddo e c'è mare forte, però, va a mezzo servizio.
La verità è che continuiamo impunemente a consumare, illudendoci che diversificare le fonti di approvvigionamento energetico sia la soluzione.

Sbagliamo! Il risparmio è ciò che ci consentirà di sopravvivere alla crisi energetica.

Il Negawatt, ogni Watt risparmiato, è la chiave.
L'efficienza ci darà RESILIENZA!
Quando lo shock energetico colpisce, il sistema che abbassa i propri consumi si deforma e attutisce il colpo.

Facciamo quindi un po' di promozione:


RACCONTA SUL BLOG LA TUA ESPERIENZA IN CLASSE "A". 

Sia che tu consumi poco sia che ti approvvigioni da fonti rinnovabili (veramente rinnovabili), raccontaci la tua esperienza. Spiegaci come con pochi Kw di potenza hai riscaldato casa tua, dicci come stai al caldo quasi senza accendere l'impianto e che anche con il tuo termostato a 18°C senti caldo lo stesso, e magari non capisci perché.

Chissà che il freddo non convinca i lettori a seguire il tuo esempio.....

domenica 27 novembre 2011

Fotovoltaico: Perché non parli!

Quando Michelangelo realizzò il Mosè (Roma, San Pietro in Vincoli - chi non ci fosse andato, DEVE andare) era talmente concentrato sul pezzo da adirarsi dicendo: Perché non parli!
Per la verità il Mosè, non solo non parlava, ma neanche si muoveva e per secoli è stato lì fermo e zitto fintanto che, di volta in volta, i suoi custodi si sono accorti di ricorrenti segni di degrado ed hanno provveduto a restaurarlo, l'ultima volta nel 2000.
Molto più modestamente (e, purtroppo per noi, direi miseramente...) oggi anche i nostri impianti fotovoltaici, posti sui tetti o in aperta campagna, stanno lì zitti e fermi.
La tempesta frenetica che ha accompagnato le fasi di  gestazione del progetto, realizzazione, espletamento pratiche autorizzative, collaudi, come d'incanto si è trasformata in calma piatta. Bonaccia assoluta.
L'impianto non si muove e non parla ma solo macroscopicamente. Se invece avvicinassimo lo sguardo, potremmo agevolmente osservare i profondi cambiamenti che in esso, progressivamente prendono vita.
Scintillii sui contatti, movimenti della struttura, celle fuori uso, degrado dei cavi. Difettosità che lentamente ma progressivamente depauperano l'efficienza dell'impianto, perdita di cui ci si accorge solo quando casualmente si guardano i conti o se l'impianto di ferma (in parte o tutto).
Purtroppo il problema è ben noto e tutti noi lo conosciamo con un altro oggetto zitto e fermo: l'immobile. In questo l'italiano non ci aiuta. Usiamo la parola immobile per parlare degli edifici e l'uso del termine immobile ci ha sempre indotti a pensare che esso non si muovesse. Ed invece è tutt'altro, mai visto una crepa sull'intonaco?
Il nostro impianto fotovoltaico si comporta allo stesso modo. E' necessaria una manutenzione periodica ed è utile il controllo dei moduli (in questo la termografia infrarossa aiuta molto) nonché una verifica continua della produzione, commisurata all'effettiva radiazione solare. Occorre verificare con continuità la parti d'impianto con un programma di manutenzione preventiva, e se possibile predittiva, perché la mancata perdita di potenza dell'impianto giustifica ampiamente i costi della manutenzione.
L'impianto parla, altroché se parla. Di più, si lamenta. Siamo noi che non lo ascoltiamo!  
  


giovedì 10 novembre 2011

Compra un po' di comfort!

L'efficienza energetica e la sostenibilità finanziaria.
Chissà perché ogni qualvolta si parla di interventi di efficientamento energetico diventiamo tutti dei fini esperti contabili. Pretendiamo, da chi ci vuole "propinare" un intervento che ci farà risparmiare dei soldi in bolletta, i calcoli economici più sofisticati in termini di TIR (Tasso interno di rendimento), VAN (Valore attuale netto) e chi più ne ha, più ne metta.
Ma, vi siete mai chiesti perché quando andiamo a comprare una costosissima automobile inquinante, che si deprezzerà in brevissimo tempo, spendiamo e basta? (cit. da "Prepariamoci" di Luca Mercalli)
Ciò succede perché la maggior parte delle nostre scelte si basano sull'emotività e l'irrazionalità.
Stranamente non per il nostro comfort.
Allora parliamo pure di razionalità e calcolo economico.
Qualunque intervento di efficientamento porta ad un risparmio economico e può avere come conseguenza una serie di ulteriori benefici.
Ipotizziamo di sostituire la nostra vecchia caldaia con una nuova caldaia ad alto rendimento e, nel frattempo, sostituiamo le valvole dei nostri termosifoni, inserendo delle valvole termostatiche.
Questo semplice intervento ci consentirà di risparmiare qualche decina di punti percentuale dei nostri consumi attuali. Allora il bilancio è presto fatto. Alla spesa sostenuta, controbilanciamo il contributo statale del 55% (fino a tutto il 2011, poi ci sarà qualcos'altro) e il risparmio energetico. Frulliamo il tutto in un modellino matematico e scopriremo che in un certo numero di anni - in funzione dei nostri consumi (più o meno alti) - l'intervento si ripagherà e poi inizieremo, PER SEMPREEEEE, a risparmiare.
Questo intervento è il tipico intervento che poco o nulla influisce sul comfort.
Prendiamo una casa ove ci sia presenza di muffe, di pareti o di infissi freddi. Ipotizziamo di migliorare la coibentazione delle pareti (o dei soffitti) oppure di sostituire gli infissi. Beh, a questo punto il calcolo è simile al precedente. C'è però una differenza, spesso gli interventi sull'involucro edilizio non si ripagano in breve tempo, però essi contribuiscono sensibilmente a migliorare il comfort perché, riferendoci all'esempio, non si formeranno più le muffe, non avremo più superfici radianti fredde e, complessivamente staremo meglio dentro casa nostra.
Attenzione! Al comfort molto spesso diamo un valore senza pensarci, altrimenti non compreremmo l'automobile di prima, ed anche superaccessoriata, basterebbe un utilitaria qualunque.
Quando impareremo, per casa nostra, assieme alle cose inutili, a comprare anche un po' di comfort?

martedì 8 novembre 2011

Efficienza energetica nel settore informatico (ICT)

L'information and Communication technology (ICT) è un settore che, in termini di efficientamento energetico, ha assunto negli ultimi anni sempre maggiore importanza. Infatti, sempre maggiori sono i consumi relativi a questo settore e, contemporaneamente, le nuove tecnologie favoriscono innovative opportunità di efficientamento.
Anche il PAE - Piano d'Azione Italiano per l'Efficienza Energetica 2011, nella sua bozza che si auspica giungerà presto a definitiva approvazione, al paragrafo 5.2., pone la dovuta attenzione a questo aspetto. Ivi sono riportati alcuni dati interessanti, tratti da "European Commission DG INFSO, “Impacts of Information and Communication Technologies on Energy Efficiency”, Final Report September 2008", che stimano a 214,5TWh (pari all'8% del consumo totale di elettricità) il consumo europeo dell'ICT con l'1,9% del totale delle emissioni di CO2. Il consumo dei Data Center è stimato pari al 25% di questi dati, suscettibile di crescita per il futuro (130TWh per i Data Center al 2020).
In Italia la stima al 2020 è pari a 10TWh.
La radice di questo problema è data dai desktop e dai server inutilizzati, essenzialmente dovuta a quanto accadeva nel passato quando, all'aggiunta di ogni nuovo servizio o applicazione, spesso, seguiva l'installazione di un nuovo server che, tipicamente, oggi è utilizzato per non più del 15%, pur continuando a consumare energia per il 100% del tempo (quando in stato di "idle").
La soluzione a questo problema è data dalla "virtualizzazione" dei server, concentrando le funzioni di differenti server fisici in una unica macchina con la conseguente riduzione dei consumi elettrici, che si stimano dell'ordine del 50-60%.
Ma questo non è l'unico aspetto che può ridurre sensibilmente i consumi, infatti anche le telecomunicazioni, le reti ed i centralini, le stampanti, i PC/monitor sono ulteriori fonti di spreco che possono essere agevolmente efficientate.
Inoltre, sempre, buona parte dell'energia consumata dalle apparecchiature si dissipa nell'ambiente in cui esse si trovano, comportando un aggravio al sistema di climatizzazione degli ambienti che, spesso, è effettuata con sistemi elementari (ad es. split-system) senza alcuna possibilità di recupero di calore, con ulteriore spreco di risorse energetiche.

domenica 6 novembre 2011

Termografia e infiltrazioni

Con la stagione delle piogge, spesso si ripresentano problemi d'umidità negli ambienti che, col tempo, avevamo dimenticato.
Molto spesso la problematica è agevolmente risolvibile grazie alla termografia infrarossa.
La termografia infrarossa è una tecnica che, grazie alla proprietà che tutti i corpi hanno di emettere radiazioni infrarosse, di intensità variabile con la temperatura, consente di rilevare modestissime variazioni di temperatura che, lette su un termogramma (una fotografia che "mostra" l'infrarosso), rilevano le "anomalie termiche" proprie delle difettosità da infiltrazione.
La possibilità di apprezzare differenze di temperatura di qualche centesimo di grado tra punti a qualche millimetro di distanza, consente di mappare il percorso della infiltrazione con grande precisione così da risalire fino alla causa che l'ha originata.
Normalmente un'indagine in condizioni usuali dura mezza giornata e costa tra 300 e 1000euro.
L'uso della termografia riduce di molto la spesa degli interventi di ricerca e di riparazione svolti con metodi tradizionali, consistenti essenzialmente in saggi murari e successive riparazioni.
Infatti, a seguito dell'indagine termografia, spesso si interviene direttamente con la riparazione e, comunque, se necessari, i saggi sono limitati al minimo.
La professionalità certificata dell'operatore termografico ed una corretta preparazione degli ambienti sono prerequisito indispensabile al successo.

mercoledì 2 novembre 2011

Retroattività su incentivi 36% e 55%

Efficienza energetica e miglioramento del patrimonio edilizio esistente, una grande opportunità occupazionale, di sviluppo tecnologico e di ricerca, di miglioramento dell'ambiente.
Non bastava la scarsa sensibilizzazione del pubblico (dovuta alla assenza di comunicazione, soprattutto da parte dello Stato), la mancanza di soggetti catalizzatori degli interessi dei diversi operatori, il sostanziale blocco di banche e società finanziarie ad erogare la liquidità necessaria agli interventi.
Adesso, vedi l'articolo di "Edilizia e Territorio" (articolo), ci si mette, ancora una volta, lo Stato con il taglio retroattivo agli incentivi!
In questo caso, chi ha fatto gli interventi di efficientamento energetico (o più semplicemente ha sostituito la caldaia o gli infissi) riteneva che gli incentivi fiscali fossero un proprio diritto.
Invece, a posteriori, gli saranno (e ancora speriamo di no) ridotti. E se, per fare gli interventi, egli avesse acceso un finanziamento che di cui avrebbe sostenuto il rimborso con gli incentivi, cosa accadrebbe? Subirebbe un'ulteriore mancanza di liquidità, nella già non facile situazione generale! 
E' chiaro anche a un bambino che qualunque operazione finanziaria necessiti di chiarezza sui termini complessivi (investimento, incentivi, tempi, tassi) e che poi l'incertezza si paghi.
Quale sarà l'effetto su questo mercato?
Una mazzata, perché da subito riprenderanno voce quelli hanno sempre detto (e sono tanti):
2Cosa t'interessa dell'IVA al 10% o degli incentivi, fai il lavoro in nero che risparmi subito il 20%" (almeno...).
Il comparto dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili subirà un duro colpo dal quale si riprenderà a fatica (di questo sono certo) solo quando il quadro generale si sarà stabilizzato. Infatti l'assenza o la riduzione degli incentivi non rendono inutile gli interventi ma comunque ne alterano il quadro economico e finanziario, allontanano il tempo di ritorno degli investimenti e limitano il numero degli interventi economicamente convenienti.
Ovviamente non parliamo di scelte emotive, incremento del valore degli immobili e di altre validissime motivazioni che potrebbero giustificare tali interventi. Non è il momento, ne parleremo un'altra volta.
Comunque, coraggio, supereremo anche questa...