Anche il PAE - Piano d'Azione Italiano per l'Efficienza Energetica 2011, nella sua bozza che si auspica giungerà presto a definitiva approvazione, al paragrafo 5.2., pone la dovuta attenzione a questo aspetto. Ivi sono riportati alcuni dati interessanti, tratti da "European Commission DG INFSO, “Impacts of Information and Communication Technologies on Energy Efficiency”, Final Report September 2008", che stimano a 214,5TWh (pari all'8% del consumo totale di elettricità) il consumo europeo dell'ICT con l'1,9% del totale delle emissioni di CO2. Il consumo dei Data Center è stimato pari al 25% di questi dati, suscettibile di crescita per il futuro (130TWh per i Data Center al 2020).
La radice di questo problema è data dai desktop e dai server inutilizzati, essenzialmente dovuta a quanto accadeva nel passato quando, all'aggiunta di ogni nuovo servizio o applicazione, spesso, seguiva l'installazione di un nuovo server che, tipicamente, oggi è utilizzato per non più del 15%, pur continuando a consumare energia per il 100% del tempo (quando in stato di "idle").
La soluzione a questo problema è data dalla "virtualizzazione" dei server, concentrando le funzioni di differenti server fisici in una unica macchina con la conseguente riduzione dei consumi elettrici, che si stimano dell'ordine del 50-60%.
Ma questo non è l'unico aspetto che può ridurre sensibilmente i consumi, infatti anche le telecomunicazioni, le reti ed i centralini, le stampanti, i PC/monitor sono ulteriori fonti di spreco che possono essere agevolmente efficientate.
Inoltre, sempre, buona parte dell'energia consumata dalle apparecchiature si dissipa nell'ambiente in cui esse si trovano, comportando un aggravio al sistema di climatizzazione degli ambienti che, spesso, è effettuata con sistemi elementari (ad es. split-system) senza alcuna possibilità di recupero di calore, con ulteriore spreco di risorse energetiche.
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